Storia essenziale dell'Italia repubblicana by Guido Formigoni;

Storia essenziale dell'Italia repubblicana by Guido Formigoni;

autore:Guido, Formigoni; [Formigoni, Guido ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Universale Paperbacks il Mulino
ISBN: 9788815370136
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2021-08-15T00:00:00+00:00


Capitolo ottavo

Governabilità limitata e risposta fragile all’avvio della globalizzazione (1980-1989)

All’inizio del nuovo decennio ci fu la diffusa sensazione di un marcato cambiamento del clima sociale. Un azzeccato reportage del settimanale «Panorama» parlò di un «riflusso nel privato», tanto più evidente quanto più sembravano rapidamente esaurirsi gli anni della mobilitazione sociale e del primato della politica e dell’ideologia. Come tutte le immagini sintetiche, va discussa peraltro attentamente, perché rappresentava alcune cose evidenti, trascurandone aspetti non secondari. Il nuovo individualismo, per certi versi, era un’evoluzione possibile – tra le altre – del clima antiautoritario e antiistituzionale del movimentismo giovanile degli anni precedenti, quindi non era necessariamente la sua negazione. Fatto sta che ci fu un’improvvisa e diffusa sensazione di una caduta della temperatura politica del paese, anche per reazione contro la stagione cupa della violenza. Non a caso, tale tendenza si collegava a una serie di altri fenomeni, come la riduzione della militanza sindacale e partitica (con forti diminuzioni dei numeri degli iscritti). I partiti, già oggetto di discredito negli anni precedenti, divennero istituzioni sempre più in difficoltà nel gestire quel processo di unificazione sociale e di mediazione culturale, che bene o male era stato un loro ruolo fondamentale nei primi decenni di vita della Repubblica. Questo non comportava però affatto un totale disinteresse per le dimensioni sociali e collettive della partecipazione pubblica: ci saranno in questa stagione il rilancio dell’associazionismo civico, del volontariato tradizionale e nuovo (nacque un nuovo circuito come quello del Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza, Cnca), dell’impegno ecologista (Wwf, Lega ambiente), dell’innovazione nel campo dei comportamenti di vita (si pensi alla nascita di un fenomeno come l’associazione Slow Food).

Un elemento sociale connesso era anche il cambiamento di orizzonte complessivo nella Chiesa italiana, che usciva da una stagione di forte ripensamento post-conciliare: nel 1981 un documento sulle prospettive del paese proponeva di «ripartire dagli ultimi» e di trovare una via d’uscita comunitaria dalla crisi economica e sociale del paese. In questo orizzonte, si faceva però sentire il contesto del nuovo pontificato di Giovanni Paolo II, succeduto a Paolo VI e al brevissimo pontificato di Giovanni Paolo I, nell’ottobre del 1978: il papa polacco iniziava a insistere sulla coscienza identitaria di una Chiesa che doveva svolgere un «ruolo guida» nel paese. Era una risposta alle difficoltà percepite nell’applicazione della linea di riforma conciliare precedentemente sperimentata, che era giudicata troppo sbilanciata a favore del protagonismo laicale e troppo pluralistica. Un’occasione fu nel 1981 la promozione di un nuovo referendum abrogativo della legge sull’aborto: voluto da pressoché tutto il mondo cattolico, senza le divisioni che avevano segnato quello sul divorzio, doveva registrare una sconfitta ancor più sonora, perché la legge fu confermata con ben il 68% dei consensi. Nel paese, una visione soggettivistica e libertaria del ruolo della donna prendeva piede, ma – come qualcuno fece osservare – il contemporaneo referendum presentato dai radicali sull’abolizione dell’ergastolo fu sonoramente bocciato, a testimonianza della convivenza con un approccio securitario e rigido alle questioni dell’ordine pubblico. Del resto, continuava a imperversare il terrorismo, anche



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